BIOGRAFIA
Felice Filippini nasce ad Arbedo, alle porte di Bellinzona, nel 1917 in una famiglia di estrazione umile. Nel corso del 1933 studia disegno per un breve periodo al Technicum di Friborgo. L'anno successivo lo passa al Liceo Maria Hilf di Svitto. Nel 1937 si diploma alla Magistrale di Locano. Qui, già dal '34 entra in contatto con Ugo Zaccheo e lavora nel suo atelier. A questo primo maestro in campo artistico si aggiunge presto l'insegnamento di Carlo Cotti.
Dal 1938 è a Lugano, assunto quale archivista a Radio Monteceneri (poi Radio della Svizzera italiana). Filippini lavorerà per l'ente radiofonico pubblico fino al 1969, passando nel 1945 alla funzione di responsabile dei programmi parlati, adoperandosi nel suo ruolo in modo particolare per chiamare in Svizzera gli uomini e le voci della cultura italiana.
Nel 1940 si sposa con la pianista Dafne Salati: dal matrimonio nasceranno Rocco (1943) e Saskia (1946), che intraprenderanno entrambi con successo la carriera di strumentista, rispettivamente di violoncello e di violino. Il talento musicale era caratteristica innata anche per Felice Filippini a completamento di una personalità vulcanica: benché la musica rimanesse per lui un aspetto privato, la sua capacità in quel campo raggiunse un livello di notevole raffinatezza.
Parallelamente all'attività di pittore Filippini ha sempre praticato la scrittura. Giornalista culturale, fu autore prolifico di radiodrammi, romanzi, poesie, editi e inediti. Nel 1943 fece scalpore il suo Signore dei poveri morti, vincitore dell'importante Premio Lugano 1942 e subito tradotto, nel 1945, per un editore svizzero-tedesco e per uno romando: lo stile del lungo racconto venne accostato a quello di Elio Vittorini di Conversazione in Sicilia (si veda l'edizione critica a cura di Flavio Catenazzi, Venezia, Marsilio editori, 2000). Nel 1950 uscì in contemporanea presso l'editore Salvioni di Bellinzona e presso Mondadori a Milano, Ragno di sera, riproposto da Salvioni in copia anastatica nel 2000. Come saggista, il suo Procuste (in Svizzera italiana, n. 70-71, 1948) vinse, nel 1948 il Premio per la critica internazionale della Biennale di Venezia. Felice Filippini fu anche traduttore dal francese e dal tedesco.
Dopo le prime prove come silografo e pittore, Filippini si appassiona presto alla pittura murale. Partecipa ai principali concorsi per la decorazione di edifici pubblici, sempre distinguendosi. Nel 1940 dipinge una cappella della Via Crucis di Morcote (il dipinto è subito distrutto da vandali); nel 1941 illustra le Storie di San Nicolao della Flüele per la cappella militare al Monte Ceneri. Nel 1949 decora la cappella sul piazzale della Magistrale a Locano; nel 1957 dipinge sulla parete dell'ultimo piano dello scalone del nuovo Palazzo governativo a Bellinzona la scena Festa di nozze in Ticino. Ma l'elenco delle decorazioni murali di Filippini è ancora lungo.
Vivo interesse Felice Filippini ha mostrato per l'illustrazione del libro: nell'impossibilità di darne un elenco, si ricorderanno almeno le 100 linoleografie per Guglielmo Canevascini, Ein Dorf erwacht, Zurigo, Buechergilde, 1944. Nel 1965 l'incontro con Alberto Giacometti segna profondamente l'artista e determina la nascita di una serie di opere dedicate all'artista e del saggio Fare il ritratto di Giacometti, Locarno, Galleria Marino, 1966; Chiasso, Elvetica, 1968.
Un altro punto di svolta nella ricerca di Filippini viene impresso, all'aprirsi degli anni '70, dall'esperienza del coma in cui l'artista precipitò a seguito di un gravissimo incidente automobilistico. Felice Filippini muore a Muzzano nel 1988.
Per cura degli eredi dell'artista, dal 1989 è attivo l'Archivio Felice Filippini, che riunisce alcune centinaia di opere fra dipinti, disegni, stampe, affreschi mosaici ecc. oltre a documentazione varia. L'Archivio ha attualmente sede a Manno (Lugano). I materiali riguardanti la produzione letteraria di Felice Filippini sono stati donati dalla famiglia alla Biblioteca cantonale di Lugano e conservati all'interno dell'Archivio Prezzolini (Fondo Felice Filippini).
L'opera figurativa di Filippini, fatta segno di non pochi premi e riconoscimenti, ha suscitato, soprattutto negli anni Quaranta, la polemica e l'avversione. Il successo che gli arrise dopo il 1960, in una misura ben poco paragonabile nel panorama artistico regionale, si accompagnò invece ad un progressivo distacco ed a una progressiva diffidenza da parte degli ambienti intellettuali e della critica. A tutt'oggi, Felice Filippini, la cui estesissima e poliedrica attività non può non impressionare, resta una figura scomoda e, nella sua unicità, ancora da contornare.
MARIA WILL - Quaderni di Villa dei Cedri, Felice Filippini Scrittore di immagini, Bellinzona, 2005
Dafne Filippini-Salati e Felice con i genitori ed i figli Rocco e Saskia. Natale 1951
Rosa Filippini-Menghetti, Felice e Agostino. 1932 ca.